All’inizio  erano ricercati i mazzi di carte – sia napoletane che piacentine – destinate a  praticare il terziglio, noto surrogato del tressette in mancanza di un quarto  giocatore. Serpeggiavano infatti maligne voci su una scarsa affluenza. 
              Dopo  un veloce viaggio in treno e l’arrivo  a  Salerno, le paure sparirono subito, al caldo abbraccio della cittadina. 
              L’eccellente  sistemazione alberghiera, il sorriso e la cordialità delle gentili operatrici  turistiche cui è stata affidata l’ottima organizzazione con l’apprezzata regìa  di Andrea Cirillo hanno subito avuto la meglio. Il lungomare di Salerno ha  fatto il resto. 
              E  stavolta non eravamo presenti solo noi della seconda compagnia: grazie  all’infaticabile Maurizio Sagnotti c’erano anche ex AUC della prima e della  terza, colle loro storie ed il loro entusiasmo. 
              Una  bella passeggiata sul lungomare ci ha condotti al centro città, dove la cena in  un ristorante tipico e con cibi a locali a chilometri zero,  ha fatto sparire ogni nuvola e riportato  l’ottimismo. 
              Ma  il fatto era avvenuto prima. 
              Durante  il briefing di benvenuto tenuto nel salone dell’hotel “Polo nautico”, con le  informazioni sulla città e sulla caserma, nonché sul programma originario,  realizzato poi solo in parte, ha preso la parola Giancarlo Guglielmi, che dallo  scorso marzo segue costantemente – informandone coloro di cui ha l’indirizzo  mail – le condizioni di Ennio Palladini, uno degli iniziatori dei nostri  raduni, rimasto vittima di un pirata della strada lo scorso marzo. 
              Dopo  oltre sei mesi di coma, numerosi interventi chirurgici ed evidente pericolo  imminente, Ennio ha correttamente, e per la prima volta da allora, parlato  correttamente al telefono, salutando i partecipanti a Salerno e dimostrando di  aver ripreso alla grande. I miglioramenti, ora, dopo la prossima  riabilitazione. 
              Al  mattino successivo questa cosa  è stata  ricordata durante la messa celebrata dal giovane cappellano militare del  Reggimento Guide, Don Marco, con parole ed accenti che hanno coinvolto tutti,  anzi tutti e tutte. Già, perché stavolta le accompagnatrici erano presenti in  forze, e peccato, proprio peccato che non si sia potuto effettuare l’intero  programma per carenza di tempo: l’esperienza però è il frutto degli errori  fatti in passato, e questa legge produrrà i suoi effetti. 
              Ricordiamo  tutti i preziosi ed ambiti permessi di 36 ore. Bene: venendo da Roma ci sono  circa 30 ore nei due giorni fuori casa di, compresi trasferimenti treno, metro,  auto e pernottamento. E’ un po’ poco, ma siamo solo all’inizio. Ma non è una  battuta, perché – anche se le fisionomie cambiano – questo non avviene troppo  per tutti, e comunque le voci restano immutate negli, e solo risentirle, per  chi sa ascoltare, restituiscono echi ed emozioni, ancora più nette se delimitate  in poco tempo. 
              L’anno  scorso ci avevano illustrato, ad Ascoli, le funzioni del personale femminile  dell’Esercito: stavolta una giovane mamma in tuta mimetica, al nostro ingresso  in caserma, aveva in braccio la sua figlioletta di pochi anni, e si recava a  prendere servizio. 
              Anche  l’accoglienza dei dirigenti della caserma si è rivelata cordiale e con aspetti  interessanti: l’elegante circolo ufficiali della caserma D’Avossa, ha ospitato  nelle sue sale caffè di benvenuto e aperitivo. L’alzabandiera (c’era anche il  ns gagliardetto!) nel piazzale e la posa della corona ai Caduti ha preceduto  una breve conferenza che ha ricostruito la storia del Reggimento Guide. Questo  reparto ha le sue origini all’unità d’Italia, ed ha preso parte alle guerre  d’Abissinia, italo-turca, d’Etiopia, nonché alle due guerre mondiali. La  caserma è stata dell’89^ Battaglione Fanteria Salerno fino al 1991: da allora  il Reggimento Cavalleggeri Guide ne ha preso il posto, partecipando, oltre a  numerose attività di protezione civile, ad operazioni in zone di guerra come,  tra le altre, la Somalia, i Balcani, il Libano, ed ora l’Afghanistan: da quel  fronte era appena rientrato il reparto che vi era stato impiegato. 
              Nel  mezzodì del 29 settembre, prima dell’ottimo pranzo organizzato al circolo  ufficiali cittadino, luogo non privo di un importante charme storico  (è in un ex convento affiancato ad una antica  chiesa, con archi a volta e colonne a vista), abbiamo realizzato il consueto  de-briefing. 
              Qui  c’è stata la pioggia delle foto: belle e intriganti, trasmettevano nostalgia e  sollecitavano ricordi: da segnalare l’affannosa ma inutile rincorsa ad una foto  che avrebbe ritratto uno di noi con una grossa catena di salsicce al collo.  Vedremo. 
              Saldate  – con somme sostenibili da molti, anche in momenti di crisi – le pendenze per  cibi, bevande, targhette di riconoscimento, corrispondenza e basta, è stato in  parte visto il film del primo raduno, 2011. Per chi fosse curioso, è possibile  vederlo tutto nel sito del ns Corso, che è www.42corsoaucfanteria.it da  ricercare digitando sulla riga degli indirizzi, e non tramite google od altri  motori di ricerca. Secondo l’oroscopo la Luna ci consiglia:” Cari AUC, fatevi aiutare dai vs nipotini, diretti e/o acquisiti,  possibilmente al di sotto dei 4 anni di età, ma anche a tre e mezzo va bene”. 
              Un  treno a 300 all’ora, ed altri mezzi di trasporto ci hanno riportato al  quotidiano, ma la saldatura tra l’emozione di Ascoli 2011, Salerno 2012 e  Ascoli 1966 rimane – preziosa – dentro di noi. 
         
        Roma, ottobre 2012
         
         
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