Salerno 28 29 settembre 2012 - 2° raduno

All’inizio erano ricercati i mazzi di carte – sia napoletane che piacentine – destinate a praticare il terziglio, noto surrogato del tressette in mancanza di un quarto giocatore. Serpeggiavano infatti maligne voci su una scarsa affluenza.
            Dopo un veloce viaggio in treno e l’arrivo  a Salerno, le paure sparirono subito, al caldo abbraccio della cittadina.
            L’eccellente sistemazione alberghiera, il sorriso e la cordialità delle gentili operatrici turistiche cui è stata affidata l’ottima organizzazione con l’apprezzata regìa di Andrea Cirillo hanno subito avuto la meglio. Il lungomare di Salerno ha fatto il resto.
            E stavolta non eravamo presenti solo noi della seconda compagnia: grazie all’infaticabile Maurizio Sagnotti c’erano anche ex AUC della prima e della terza, colle loro storie ed il loro entusiasmo.
            Una bella passeggiata sul lungomare ci ha condotti al centro città, dove la cena in un ristorante tipico e con cibi a locali a chilometri zero,  ha fatto sparire ogni nuvola e riportato l’ottimismo.
            Ma il fatto era avvenuto prima.
            Durante il briefing di benvenuto tenuto nel salone dell’hotel “Polo nautico”, con le informazioni sulla città e sulla caserma, nonché sul programma originario, realizzato poi solo in parte, ha preso la parola Giancarlo Guglielmi, che dallo scorso marzo segue costantemente – informandone coloro di cui ha l’indirizzo mail – le condizioni di Ennio Palladini, uno degli iniziatori dei nostri raduni, rimasto vittima di un pirata della strada lo scorso marzo.
            Dopo oltre sei mesi di coma, numerosi interventi chirurgici ed evidente pericolo imminente, Ennio ha correttamente, e per la prima volta da allora, parlato correttamente al telefono, salutando i partecipanti a Salerno e dimostrando di aver ripreso alla grande. I miglioramenti, ora, dopo la prossima riabilitazione.
            Al mattino successivo questa cosa  è stata ricordata durante la messa celebrata dal giovane cappellano militare del Reggimento Guide, Don Marco, con parole ed accenti che hanno coinvolto tutti, anzi tutti e tutte. Già, perché stavolta le accompagnatrici erano presenti in forze, e peccato, proprio peccato che non si sia potuto effettuare l’intero programma per carenza di tempo: l’esperienza però è il frutto degli errori fatti in passato, e questa legge produrrà i suoi effetti.
            Ricordiamo tutti i preziosi ed ambiti permessi di 36 ore. Bene: venendo da Roma ci sono circa 30 ore nei due giorni fuori casa di, compresi trasferimenti treno, metro, auto e pernottamento. E’ un po’ poco, ma siamo solo all’inizio. Ma non è una battuta, perché – anche se le fisionomie cambiano – questo non avviene troppo per tutti, e comunque le voci restano immutate negli, e solo risentirle, per chi sa ascoltare, restituiscono echi ed emozioni, ancora più nette se delimitate in poco tempo.
            L’anno scorso ci avevano illustrato, ad Ascoli, le funzioni del personale femminile dell’Esercito: stavolta una giovane mamma in tuta mimetica, al nostro ingresso in caserma, aveva in braccio la sua figlioletta di pochi anni, e si recava a prendere servizio.
            Anche l’accoglienza dei dirigenti della caserma si è rivelata cordiale e con aspetti interessanti: l’elegante circolo ufficiali della caserma D’Avossa, ha ospitato nelle sue sale caffè di benvenuto e aperitivo. L’alzabandiera (c’era anche il ns gagliardetto!) nel piazzale e la posa della corona ai Caduti ha preceduto una breve conferenza che ha ricostruito la storia del Reggimento Guide. Questo reparto ha le sue origini all’unità d’Italia, ed ha preso parte alle guerre d’Abissinia, italo-turca, d’Etiopia, nonché alle due guerre mondiali. La caserma è stata dell’89^ Battaglione Fanteria Salerno fino al 1991: da allora il Reggimento Cavalleggeri Guide ne ha preso il posto, partecipando, oltre a numerose attività di protezione civile, ad operazioni in zone di guerra come, tra le altre, la Somalia, i Balcani, il Libano, ed ora l’Afghanistan: da quel fronte era appena rientrato il reparto che vi era stato impiegato.
            Nel mezzodì del 29 settembre, prima dell’ottimo pranzo organizzato al circolo ufficiali cittadino, luogo non privo di un importante charme storico  (è in un ex convento affiancato ad una antica chiesa, con archi a volta e colonne a vista), abbiamo realizzato il consueto de-briefing.
            Qui c’è stata la pioggia delle foto: belle e intriganti, trasmettevano nostalgia e sollecitavano ricordi: da segnalare l’affannosa ma inutile rincorsa ad una foto che avrebbe ritratto uno di noi con una grossa catena di salsicce al collo. Vedremo.
            Saldate – con somme sostenibili da molti, anche in momenti di crisi – le pendenze per cibi, bevande, targhette di riconoscimento, corrispondenza e basta, è stato in parte visto il film del primo raduno, 2011. Per chi fosse curioso, è possibile vederlo tutto nel sito del ns Corso, che è www.42corsoaucfanteria.it da ricercare digitando sulla riga degli indirizzi, e non tramite google od altri motori di ricerca. Secondo l’oroscopo la Luna ci consiglia:” Cari AUC, fatevi aiutare dai vs nipotini, diretti e/o acquisiti, possibilmente al di sotto dei 4 anni di età, ma anche a tre e mezzo va bene”.
            Un treno a 300 all’ora, ed altri mezzi di trasporto ci hanno riportato al quotidiano, ma la saldatura tra l’emozione di Ascoli 2011, Salerno 2012 e Ascoli 1966 rimane – preziosa – dentro di noi.

 

Roma, ottobre 2012